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dai GIORNALI di OGGIMatteoli: opere cantierabili entro 6 mesi per un valore di 16,6 miliardi 2009-03-06 |
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per l'articolo completo vai al sito http://www.corriere.it2009-03-06 l'incontro tra l'esecutivo e le parti sociali Il governo prepara un nuovo piano di investimenti per affrontare la crisi Verrà presentato venerdì. Matteoli: opere cantierabili entro 6 mesi per un valore di 16,6 miliardi Il tavolo del vertice (Agf) ROMA - Il governo presenterà venerdì prossimo un piano di investimenti in infrastrutture per affrontare la crisi economica orientato alla tutela del lavoro e della coesione sociale, tenendo conto delle priorità indicate dalle parti sociali. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nella riunione a Palazzo Chigi sulla crisi con le 37 sigle delle parti sociali. "Venerdì al Cipe porteremo una nuova tabella orientata alla coesione sociale, alla tutela dell'occupazione e delle imprese. Ci sarà la rimodulazione dei fondi Fas, dei programmi regionali e i dettagli dell'elenco delle infrastrutture", ha detto Letta secondo una fonte presente all'incontro. "La tabella sulle infrastrutture messa a punto in precedenza era in un'altra epoca. Ora deve essere adeguata alle mutate condizioni per affrontare eventuali emergenze", ha proseguito Letta spiegando che tutte le opere non prioritarie saranno messe in secondo piano. AL VIA ENTRO SEI MESI - La seduta del Cipe darà il via ad opere cantierabili entro sei mesi per un valore complessivo di 16,6 miliardi. Lo ha annunciato nel corso del vertice, il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli. La somma fa parte, ha spiegato, del piano triennale da 44 miliardi. GLI INTERVENTI - "Speriamo che la ripresa arrivi in tempi rapidi. Siamo qui per ascoltare quelle che a vostro giudizio sono le priorità e le indicazioni", ha aggiunto Letta rivolgendosi alle organizzazioni dei lavoratori e delle imprese presenti all'incontro. Il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni - è assente il leader del sindacato, Guglielmo Epifani - ha auspicato che il piano infrastrutturale dia la priorità "agli interventi immediatamente cantierabili come la Salerno-Reggio Calabria" e tutti quelli che consentono di mettere in circuito investimenti in tempi rapidi. Per la Cgil il confronto con il governo deve avere il suo fulcro negli ammortizzatori sociali e nella salvaguardia di chi perde il posto di lavoro. TREMONTI-MARCEGAGLIA - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti si è reso protagonista di un "siparietto" con la presidente di Confindustra Emma Marcegaglia. Appena la numero uno degli industriali ha preso la parola, il ministro l'ha scherzosamente interrotta dicendole: "Emma, ma gli ammortizzatori sociali rientrano nella categoria dell'immobilismo?" Marcegaglia ha prontamente risposto: "No, ma si può sempre fare di più". Stamani a Udine la leader di Confindustria ha detto che per gestire la crisi "l'unica cosa da non fare è immobilismo". Nel suo intervento la Marcegaglia ha poi ribadito che gli ammortizzatori sociali sono una priorità e che dunque l'accordo con le regioni per uno stanziamento biennale di 8 miliardi per quelli in deroga "è positivo ma ora è necessario definire tempi e modi per renderlo operativo". Fra le altre priorità indicate da Confindustria le infrastrutture con l'indicazione di opere subito cantierabili e finanziamenti anche sulle piccole opere. Gli industriali chiedono poi che dalla rimodulazione dei fondi Fas ci sia la possibilità di sgravi fiscali alle imprese che investono in ricerca e innovazione. AMMORTIZZATORI SOCIALI - Al tavolo non si è potuto però fare a meno di parlare anche di ammortizzatori sociali, priorità assoluta per sindacati e Confindustria che, pur avendo apprezzato l'intesa interistituzionale tra governo e Regioni, chiedono un allargamento della platea e una immediata erogazione dei sostegni ai lavoratori. Dall'esecutivo una prima apertura c'è stata e riguarda i collaboratori a progetto che lavorano con continuità con un unico datore di lavoro. La loro condizione "sta a cuore" al governo visto che - hanno ricordato i ministri Tremonti e Sacconi - nei provvedimenti sugli ammortizzatori in deroga sono già state previste delle tutele "una tantum". Non è escluso che possano quindi arrivare anche nuove misure. 04 marzo 2009(ultima modifica: 05 marzo 2009)
Incontro a Palazzo Chigi tra l'esecutivo e le parti sociali sulla crisi economica apertura sulla possibilità di ulteriori misure per il reddito dei lavoratori a progetto Il governo spinge su infrastrutture "Adeguarci alle nuove condizioni" Per sindacati e imprese prioritari ammortizzatori sociali. "Avviare un tavolo di confronto" Venerdì al Cipe saranno individuate opere subito cantierabili. Matteoli: "Pronti 16,6 mld" Il governo spinge su infrastrutture "Adeguarci alle nuove condizioni" Il vertice a palazzo Chigi tra il governo e le parti sociali ROMA - Velocizzare la spesa pubblica per sostenere l'occupazione e l'economia. Il governo, al vertice di oggi a Palazzo Chigi con le parti sociali ha presentato la sua proposta preannunciando che al Cipe che si terrà venerdì prossimo verranno individuate le opere immediatamente cantierabili, ovvero quelle che possono già partire, cambiando la tabella degli investimenti. Ammortizzatori sociali, tutela dell'occupazione e garanzie per la sopravvivenza delle imprese sono le priorità indicate da sindacati, Confindustria e mondo delle imprese. "Venerdì al Cipe porteremo una nuova tabella orientata alla coesione sociale, alla tutela dell'occupazione e delle imprese", avrebbe detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. "Siamo qui - avrebbe aggiunto Letta alle parti sociali - per ascoltare quelle che a vostro giudizio sono le priorità e le indicazioni". Le modifiche alla tabella "serviranno ad adattare meglio gli investimenti alla situazione che si è venuta a creare con la crisi" avrebbe specificato Letta, aggiungendo che "al Cipe di venerdì verranno rimodulati i fondi Fas, i programmi regionali e sarà approvato un dettagliato elenco di infrastrutture cantierabili. La tabella di opere precedente era nata in altra epoca, in un'altra situazione". Sul tavolo - ha spiegato il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli - ci sono 16,6 miliardi estrapolati dai 44 miliardi del piano triennale per le grandi opere. Sul fronte degli ammortizzatori sociali, poi, il governo ha aperto alla possibilità di ulteriori misure di sostegno al reddito per i lavoratori a progetto. Tutti interventi che - ha avvertito il sottosegretario Letta - consentiranno di "attrezzarsi per affrontare le emergenze". Per le parti sociali, in testa Confindustria e Cgil, va bene la velocizzazione della spesa pubblica tramite l'avvio delle opere, ma per combattere la crisi, la priorità rimane quella degli ammortizzatori sociali, ai quali, l'accordo con le Regioni ha permesso al governo di stanziare altri 8 miliardi per l'ampliamento della platea. Per il presidente degli industriali occorre infatti "concentrare interventi su alcuni elementi che permettano la sopravvivenza delle imprese e dei lavoratori e che permettano di uscire dalla crisi con un sistema imprenditoriale più forte: gli ammortizzatori sociali. Per Confindustria è la priorità". Per quanto riguarda invece le infrastrutture, la Marcegaglia avrebbe chiesto "finanziamenti anche su piccole opere". Stessa priorità per la Cgil. Il segretario confederale del sindacato di corso Italia, Fulvio Fammoni ha infatti dichiarato al tavolo che "per quanto riguarda le infrastrutture è necessario dare la priorità agli interventi immediatamente cantierabili, come per esempio la Salerno-Reggio Calabria, e a quelli che consentono una velocizzazione della spesa. Il tema centrale, sul quale è necessario avviare un tavolo di confronto - ha però precisato Fammoni -, rimane comunque quello degli ammortizzatori sociali e della salvaguardia di coloro che perdono il posto di lavoro". Contro la crisi occorre, "rendere strutturale un altro modello di salvaguardia dei lavoratori: bisogna finanziare il mantenimento dei posti di lavoro", ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Se c'è meno lavoro - ha argomentato il numero uno della Uil - si può ridurre l'orario e la conseguente perdita di salario dovrebbe essere compensata con l'intervento paritetico di aziende, stato e lavoratori. Anche i contratti a termine devono essere rinnovati". Attivare meccanismi per accelerare investimenti infrastrutturali che mantengano il clima sereno tra i lavoratori. Questa è la richiesta del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "La cosa più importante - ha detto - è collaborare ed essere uniti per rassicurare le persone". Il leader dell'Ugl, Renata Polverini, ha chiesto un accordo con l'Abi per anticipare, se necessario, misure di sostegno al reddito. Per arginare la crisi - ha aggiunto - è necessario "un aiuto a chi ha perso o sta perdendo il lavoro, con particolare attenzione a quanti sono privi di tutele, e occorre far sì che le aziende restino attive anche con incentivi condizionati al mantenimento dei posti di lavoro scongiurando chiusure di attività che al termine dalla crisi potrebbero avere difficoltà a riprendere". Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiesto all'esecutivo un "supplemento di attenzione e d'impegno" visto che "la crisi diventa più lunga e acuta del previsto". Per i lavoratori con meno tutele, i parasubordinati, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si sono detti disponibili ad aprire un nuovo confronto con le Regioni. L'obiettivo è quello di garantire per questi lavoratori ulteriori forme di sostegno al reddito, oltre all'una tantum del 10% già prevista nell'accordo sugli ammortizzatori in deroga. Sul fronte delle infrastrutture, per dare una boccata d'ossigeno all'economia, il Cipe dovrebbe sbloccare le risorse per le grandi opere. Del piano, al momento sono stati distribuiti solo 800 milioni per il Mose, 60 milioni per il piano di edilizia scolastica e 40 milioni per i beni culturali di 'Arcus', (la società istituita dal ministero per i Beni culturali nel 2004 per favorire lo sviluppo dell'arte e della cultura). Venerdì, invece, dovrebbero arrivare le risorse per finanziare altre infrastrutture tra cui il ponte sullo stretto di Messina, la Salerno-Reggio Calabria, il terzo valico, l'autostrada tirrenica. Prima del vertice, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aveva risposto ad alcune domande circa la revisione dell'andamento del Pil per quest'anno, realizzata da Bankitalia, che ora prevede una contrazione maggiore, dal 2% al 2,6%. Per il ministro "è difficile per chiunque fare stime in un'economia globalizzata". Secondo Sacconi i dati della cassa integrazione, resi noti dal'Inps per il mese di febbraio, "dimostrano che la crisi è passata dai mercati finanziari all'economia reale". Sacconi ha aggiunto che "stiamo per questo attrezzando tutto il Paese, attraverso le Regioni a una gestione negoziale non attraverso strumenti automatici di protezione del salario. Guai a noi - ha aggiunto - se avessimo optato per strumenti automatici". Il ministro ha anche ribadito, per gli ammortizzatori sociali, 8 miliardi per l'ampliamento della platea e 12 miliardi per la parte ordinaria. (4 marzo 2009) |
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2009-03-06 Grandi opere, 5 mld in più. Vince Matteoli di Giorgio Santilli 6 marzo 2009 Cgil critica: annunci ma niente cantieri Berlusconi e il Ponte, storia di un rilancio Infrastrutture: pronti 17,8 mld Torna il ponte sullo Stretto Commenta la notizia Sondaggio / Il ponte di Messina e le infrastrutture FOTO Le immagini del progetto I numeri del ponte Il ministro delle Infrastrutture ha ottenuto dal Cipe altri 5 miliardi del Fas: ora sono disponibili in tutto 10,8 miliardi
Alla fine la pacata ma ferma azione del ministro Matteoli l'ha spuntata. Dopo tre mesi di tensioni, stamattina il Cipe ha distribuito la quota nazionale restante di 18 miliardi del Fas (Fondo aree sottoutilizzate) e la parte del leone l'ha fatta proprio il ministro delle Infrastrutture, che già aveva incassato 7,3 miliardi dello stesso fondo il 18 dicembre scorso e ora porta a casa altri cinque miliardi. Per misurare il successo di Matteoli basti pensare che i più ottimisti si spingevano, alla vigilia, a ipotizzare un finanziamento integrativo di due miliardi. A cinque nessuno poteva sperare. Matteoli viene ampiamente ripagato ora del fatto che la legge di conversione del decreto 185 aveva destinato parte di quei 7,3 miliardi - per la precisione 3,6 miliardi - ad attività che nulla hanno a che fare con le infrastrutture come le sovvenzioni ai treni regionali delle Fs e ai traghetti della Tirrenia. Facciamo dunque il conto finale delle disponibilità: 3,7 miliardi restano dal Fas incassato il 18 dicembre; 1,2 miliardi arrivano dai residui della legge obiettivo (ma sarebbe giusto aggiungere anche i 900 milioni già assegnati a dicembre al Mose e all'edilizia scolastica); altri 5 miliardi arrivano ora dall'integrazione del Fas. In tutto 9,9 miliardi che diventano 10,8 se si considera i fondi già assegnati al Mose. A quali opere andranno questi fondi. L'unica certezza è, per ora, il Ponte sullo Stretto che viene rimesso in moto con 1,3 miliardi. Novecento milioni dovrebbero andare al terzo valico ferroviario fra Milano e Genova, 1,8 miliardi a completare il finanziamento della Treviglio-Brescia (la prima tratta funzionale dell'alta velocità Milano-Verona), 2,2 miliardi alla Salerno-Reggio Calabria. Bisognerà leggere le delibere per capire se c'è anche un finanziamento per le piccole opere. Per ora le dichiarazioni parlano di un'ulteriore integrazione di 1,2 miliardi per un piano di edilizia scolastica e carceraria. Continua ad avere scarso valore la cifra un po' propagandistica del Governo di 16,6 miliardi che mette insieme pere e mele: nuovi finanziamenti pubblici e opere private cantierabili entro fine anno. Meglio misurare il successo indiscutibile di Matteoli con questi dieci miliardi di nuove risorse che possono partire. Domani sul Sole 24 Ore l'analisi dettagliata dei fondi alle infrastrutture 6 marzo 2009
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